Alice nella città 21 edizione. Panorama Italia - Concorso. Luna Gualano: La guerra del Tiburtino III.

Gli alieni sono sbarcati...però nella periferia est di Roma.

di EMILIANO BAGLIO 24/10/2023 ARTE E SPETTACOLO
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È una bella sorpresa ritrovare Luna Gualano ad Alice nella città cinque anni dopo aver visto, sempre nello stesso festival, il suo convincente Go home – A casa loro (http://www.euroroma.net/7200/ARTE%20E%20SPETTACOLO/festa-del-cinema-di-roma-alice-nella-citt224-panorama-italia-go-home-a-casa-loro-un-coraggioso-film-di-genere-italiano-realizzato-con-pochissimi-soldi-ma-capace-di-camminare-a-testa-alta.html)
Nel frattempo le coordinate entro cui si muove la regista non sono cambiate e d’altronde basterebbe la sola presenza dei Manetti Bros. tra i produttori a confermare la natura del progetto, un film indipendente, dal budget ridotto che strizza l’occhio al cinema di genere ma con un tocco surreale e comico.

La guerra del Tiburtino III dalla sua ha un’idea semplicemente geniale, gli alieni sono atterrati nel quartiere che da il titolo al film, periferia est di Roma e come ne L’invasione degli ultracorpi stanno prendendo possesso degli abitanti del posto con esisti in realtà piuttosto esilaranti.

A salvare la situazione provvederà il più improbabile manipolo di eroi che si possa immaginare.

Lo compongono lo spacciatore Pinna ( Antonio Bannò) con il suo inseparabile amico Panettone (Federico Majorana) insieme a Chanel (Francesca Stagni) proprietaria della locale bisca.

A loro si unirà Lavinia Conte (Sveva Mariani), influencer esperta di moda e bellezza proveniente, ovviamente, da Roma Nord.

Completano il cast Paola Minaccioni, Paolo Calabresi ed in piccoli ruoli Francesco Pannofino e Carolina Crescentini.

Insomma le premesse sono entusiasmanti e La guerra del Tiburtino III, nonostante gli evidenti limiti finanziari, cerca di volare alto senza aver paura di imboccare la strada della fantascienza unendola ad una sana satira sociale.

Il primo dubbio però riguarda proprio l’ambientazione del film, profondamente calato nella realtà romana.

Viene naturale chiedersi quanto potrà essere compreso al di fuori del Raccordo anulare.

Certo l’eterna contesa tra Roma Nord e le periferie ed il personaggio di Lavinia Conte sulla carta funzionano ma c’è sempre il rischio che certi riferimenti, troppo specifici e locali, non vengano colti dalla maggior parte del pubblico.

Il secondo grande difetto del film purtroppo è nel ritmo ed in questo senso La guerra del Tiburtino III segna un evidente passo indietro rispetto a Go home – A casa loro.

Il risultato è che le tante geniali intuizioni del film vengono spesso sprecate.

Le situazioni si susseguono l’una all’altra slegate tra loro ed il tutto procede un po’ troppo meccanicamente tra gag ripetute forse troppo spesso che strappano meno risate di quanto non potrebbero.

Un vero peccato perché Luna Gualano è una regista generosa che riesce a tirare fuori il meglio anche con pochissimi soldi a disposizione e con tante buone idee in testa.

Basterebbe pensare all’arma usata contro gli alieni o alle gag su Padre Pio (impossibile dire di più senza rovinare il film) o ai vari personaggi, tutti azzeccatissimi, compresi alcuni minori.

Si vorrebbe solo che parlar bene di un film come questo ma purtroppo stavolta le buone intuizioni non bastano.

EMILIANO BAGLIO

 

 

 

 

 

 


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